
Seno denso: una nuova tecnologia rivela i tumori nascosti
lunedì 19 maggio 2025 ore 12:50
Ogni anno, migliaia di donne si sottopongono a screening mammografici nella speranza di individuare precocemente un tumore al seno. Ma cosa succede quando la tecnologia attuale non basta? Per circa il 40% delle donne, il tessuto mammario denso rappresenta un ostacolo alla diagnosi precoce, poiché rende difficile distinguere un tumore da un normale tessuto ghiandolare durante una mammografia. Oggi, però, arriva una buona notizia: una nuova tecnologia di imaging molecolare potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui viene diagnosticato il cancro al seno in queste pazienti.
Una svolta tecnologica per milioni di donne
La svolta arriva da un team di ricercatori dell’University College London (UCL), degli Newcastle Hospitals e dell’Università di Newcastle, in collaborazione con la Kromek Group, azienda specializzata in tecnologie di imaging avanzate. Insieme hanno sviluppato un prototipo innovativo capace di rilevare con precisione i tumori nelle donne con seno denso, superando i limiti delle mammografie tradizionali.
Il seno è composto da diverse strutture:
- tessuto ghiandolare. Responsabile della produzione di latte, è organizzato in circa 20 lobi;
- dotti galattofori. Piccoli condotti che trasportano il latte dai singoli lobi verso il capezzolo;
- tessuto connettivo. Fornisce sostegno alla struttura ghiandolare;
- tessuto adiposo. Riempie gli spazi rimanenti, contribuendo alla forma e alle dimensioni del seno.
In ambito mammografico, la densità del seno indica la proporzione tra tessuto fibroso e ghiandolare rispetto a quello adiposo, un fattore rilevante nella valutazione radiologica.
Ma perché il seno denso è così difficile da esaminare? Il motivo è semplice ma cruciale. Sulla mammografia, sia il tessuto denso che un eventuale tumore appaiono di colore bianco. Questo rende difficile, a volte impossibile, individuare masse anomale, portando al rischio di diagnosi mancate o ritardate.
Ad oggi, per ovviare a questo problema si utilizzano metodi diagnostici alternativi, come:
- risonanza magnetica (RM). Molto accurata, ma poco pratica per lo screening di massa, perché richiede fino a un’ora per una singola scansione;
- mammografia con contrasto (CEDM). Evidenzia le aree sospette, ma espone a dosi più elevate di radiazioni;
- imaging molecolare del seno (MBI). Rileva i tumori con una sensibilità maggiore, ma comporta un’esposizione prolungata alle radiazioni.
La nuova versione migliorata della tecnologia MBI mira a superare i punti deboli della versione oggi in uso e promette di essere una vera rivoluzione.
Come funziona il nuovo prototipo
La nuova macchina utilizza rivelatori avanzati al tellururo di cadmio e zinco, in combinazione con un’elettronica di nuova generazione. Il risultato? Scansioni in 3D ad altissima precisione, con un’esposizione alle radiazioni nettamente ridotta e un tempo di esecuzione molto breve. Una soluzione non solo efficace, ma anche più sicura e accessibile per lo screening di routine.
In sintesi, la nuova tecnologia promette:
- tempi di scansione drasticamente ridotti. Si parla di circa dieci minuti per esame, un enorme passo avanti rispetto ai 30-40 minuti dell'MBI tradizionale e all'ora della RM. Questo significa meno disagio per la paziente e la possibilità di esaminare più donne;
- esposizione alle radiazioni nettamente inferiore. Un aspetto cruciale per la sicurezza, soprattutto in un contesto di screening ripetuto nel tempo;
- imaging 3D ad alta precisione. A differenza delle immagini 2D standard, la nuova tecnologia fornisce una visione tridimensionale, permettendo una localizzazione più accurata del tessuto canceroso senza la necessità di ulteriori indagini iconografiche. Questo si traduce in diagnosi più rapide e piani di trattamento più mirati.
In parole semplici, la macchina “illumina” selettivamente le aree sospette utilizzando un tracciante radioattivo, offrendo immagini tridimensionali dettagliate del tessuto mammario. Questo consente ai radiologi di identificare con più facilità eventuali anomalie, anche in presenza di seno denso.
Prospettive e impatti sulla salute pubblica
Attualmente, il prototipo è in fase di sperimentazione presso gli Newcastle upon Tyne Hospitals. Una volta completati i test, inizierà la fase di sperimentazione clinica vera e propria, finanziata da Innovate UK (agenzia per l'innovazione del Regno Unito) con 2,5 milioni di sterline.
Secondo la dottoressa Nerys Forester, responsabile del progetto di radiologia senologica: “questa tecnologia potrebbe davvero fare la differenza per milioni di donne nel mondo. Il nostro obiettivo è salvare vite offrendo diagnosi più precoci e affidabili”.
Il professor Kris Thielemans dell’UCL sottolinea un altro aspetto importante: “questo progresso non riguarda solo il cancro al seno. Le potenzialità di questa tecnologia potrebbero estendersi anche all’imaging cerebrale, aprendo nuovi orizzonti nella diagnosi della demenza o dei tumori cerebrali”.
Riflessioni conclusive: un futuro più luminoso per la diagnosi precoce
Questa innovazione non è solo una buona notizia per le donne con seno denso, ma per l'intera comunità impegnata nella lotta contro il tumore al seno. Una diagnosi più accurata e tempestiva significa trattamenti meno invasivi, maggiori tassi di sopravvivenza e una migliore qualità della vita per le pazienti.
La strada è ancora lunga, ma la direzione è chiara: sfruttare il meglio della tecnologia e della ricerca per offrire a ogni donna la possibilità di una diagnosi precoce e, con essa, la speranza di un futuro libero dal cancro. Questa nuova macchina MBI rappresenta un faro luminoso in questo percorso, promettendo di rendere visibile ciò che prima era nascosto e di trasformare la lotta contro il tumore al seno, una scansione alla volta.