Un uomo sta facendo il test hand grip strength

La forza della mano rivela il tuo stato di salute. L’hand grip test

mercoledì 02 luglio 2025 ore 17:30

Pensa all'ultima volta che hai stretto la mano a qualcuno. Un gesto quotidiano, quasi un riflesso condizionato. E se ti dicessi che in quella semplice pressione si nasconde un indicatore sorprendentemente potente della tua salute attuale e futura?

Non si tratta di magia, ma di scienza solida. Negli ultimi anni, ricerche sempre più numerose stanno dimostrando come la forza di presa manuale (hand grip strength, HGS) possa essere considerata una sorta di "cartina tornasole" della nostra vitalità, dal rischio cardiovascolare alla salute cerebrale.

In un mondo ossessionato da smartwatch e tracker complessi, una delle risposte più oneste sulla nostra salute potrebbe trovarsi, letteralmente, nel palmo della nostra mano. Andiamo a scoprire perché questo semplice test è così rivoluzionario e, soprattutto, cosa possiamo fare oggi per stringere la mano al nostro futuro con più vigore.

Perché la forza della mano è lo specchio del corpo?

A prima vista, l'idea sembra strana. Come può un muscolo della mano rappresentare lo stato di salute di un intero organismo? La risposta è nella sua funzione di indicatore indiretto (o proxy) della nostra forza muscolare complessiva.

I nostri muscoli non servono solo a muoverci; sono il motore del nostro metabolismo, sostengono le ossa, regolano gli zuccheri nel sangue e producono ormoni fondamentali. Con il passare degli anni, è naturale andare incontro a una perdita di massa e forza muscolare, un processo noto come sarcopenia. Questo declino, se non contrastato, apre la porta a fragilità, cadute e a un peggioramento generale della salute.

La forza della presa è spesso uno dei primi e più facili segnali da misurare per intercettare questo processo. Una presa debole non è quasi mai un problema isolato della mano, ma la spia di un indebolimento più generalizzato. È come notare che la spia della batteria dell'auto è accesa: il problema non è la spia, ma il motore che sta per spegnersi.

Come si misura e quali sono i valori di riferimento?
La forza della presa si misura con un dispositivo medico chiamato dinamometro a mano

La procedura standard prevede:

  1. sedersi con il gomito piegato a 90 gradi;
  2. stringere il dinamometro con la massima forza per alcuni secondi;
  3. ripetere il test 2-3 volte per ottenere una media.

Sebbene i valori cambino con età e sesso, l'European Working Group on Sarcopenia in Older People (EWGSOP2) ha definito delle soglie indicative di debolezza muscolare:

  • uomini. Meno di 27 kg di forza;
  • donne. Meno di 16 kg di forza.

Attenzione però: questi numeri sono indicativi e possono variare in base a età, etnia e strumento utilizzato. Per una valutazione personalizzata, è sempre meglio consultare un medico.


Un cuore forte si vede dalla stretta

Il legame tra forza della presa e salute cardiovascolare è uno dei più studiati e scioccanti. Uno studio monumentale, il PURE (Prospective Urban Rural Epidemiology) study, pubblicato sulla prestigiosa rivista The Lancet, ha seguito quasi 140.000 persone in 17 paesi. I risultati sono stati inequivocabili.

I ricercatori hanno scoperto che la forza della presa era un predittore di mortalità cardiovascolare più affidabile della sola pressione sanguigna sistolica. In concreto, per ogni calo di 5 kg nella forza della presa, il rischio di:

  • un aumento del 16% del rischio di morte per qualsiasi causa;
  • un aumento del 7% del rischio di infarto;
  • un aumento del 9% del rischio di ictus.

Importante: questi dati mostrano un'associazione, non un rapporto di causa-effetto. Una presa debole non causa direttamente problemi cardiaci, ma è un segnale di un organismo meno resiliente, spesso legato a sedentarietà o altri fattori di rischio.

Non solo muscoli: la connessione tra presa e cervello

Se il legame con il cuore è sorprendente, quello con il cervello è ancora più affascinante. Come può la forza fisica influenzare la nostra mente? Una ricerca pubblicata su JAMA Network Open ha analizzato i dati di oltre 34.000 partecipanti, scoprendo che una minore forza della presa era associata a un invecchiamento cerebrale accelerato, a una peggiore performance cognitiva (memoria, tempo di reazione) e a un maggior danno alla materia bianca del cervello.

Le ipotesi sono diverse e probabilmente interconnesse:

  1. meno infiammazione. Un corpo forte e attivo ha livelli più bassi di infiammazione cronica, un noto nemico delle cellule cerebrali;
  2. migliore flusso sanguigno. L'esercizio fisico migliora la circolazione, ossigenando i tessuti cerebrali;
  3. fattori di crescita. L'esercizio stimola la produzione di sostanze come il BDNF (Fattore Neurotrofico Cerebrale), una sorta di "fertilizzante" per i nostri neuroni.

In poche parole, uno stile di vita attivo protegge sia muscoli che cervello.

Un indicatore utile, ma non perfetto: la cautela della scienza
Se è chiaro che la forza della presa sia un'importante "spia" della nostra salute, è altrettanto giusto chiederci: possiamo fidarci di questo singolo test per giudicare la nostra forza generale?

Una recentissima e completa revisione sistematica pubblicata su Applied Sciences a Febbraio 2025 (Szaflik et al.) getta una luce importante sulla questione. Analizzando i risultati di 22 studi diversi, i ricercatori hanno confermato che esiste un legame tra la forza della mano e quella di altri distretti muscolari (gambe, tronco). Tuttavia, hanno anche scoperto che questa correlazione può variare enormemente (da debole a forte) a seconda del gruppo di persone testate (giovani, anziani, atleti) e dei metodi di misurazione. In sintesi:

Pro

  • l'HGS è un ottimo strumento di screening rapido per identificare potenziali criticità;
  • è economico, semplice e riproducibile.

Limiti

  • la correlazione con la forza globale varia molto in base a età, sesso e condizioni di salute;
  • non può sostituire valutazioni complete (es. dinamometria isocinetica).

In pratica, la revisione conferma che l'HGS è un indicatore pratico per identificare potenziali criticità, ma per una valutazione completa della forza muscolare sono necessari esami più approfonditi (es. dinamometria isocinetica).


Non è un destino: 3 strategie concrete per una presa più forte

La buona notizia? La forza di presa può essere migliorata, con benefici a cascata per tutto l'organismo. Ecco come:

  1. pensa globale, agisci locale. L'errore più comune è concentrarsi solo su esercizi per le mani. Il modo più efficace per migliorare la presa è attraverso un allenamento di resistenza che coinvolga tutto il corpo. Attività come sollevare pesi (stacchi, rematori), fare trazioni alla sbarra o anche solo gesti quotidiani come trasportare le borse pesanti della spesa o una valigia sono incredibilmente efficaci. Il corpo rafforza la presa per necessità.
  2. esercizi mirati. Per dare una spinta extra, puoi integrare esercizi mirati. Non servono attrezzi costosi.
    • appenditi. Se hai accesso a una sbarra, prova semplicemente a rimanere appeso per 10-20-30 secondi. È uno degli esercizi più completi.
    • usa le pinze (hand grippers). Ottime da tenere sulla scrivania per fare qualche serie durante le pause.
    • stringi una pallina da tennis. Un classico senza tempo per la resistenza della mano.
  3. nutri i tuoi muscoli. La forza si costruisce a tavola.
    • proteine (carne, pesce, uova, legumi). Fondamentali per mantenere la massa muscolare;
    • antiossidanti (frutta e verdura). Combattono l'infiammazione che indebolisce i muscoli.

La salute, letteralmente, nelle tue mani

La forza della presa è molto più di una stretta di mano vigorosa. È un dialogo silenzioso con il nostro corpo, un modo semplice ed economico per avere un'istantanea della nostra vitalità.

Vederla diminuire, alla luce di quanto abbiamo scoperto, non deve spaventare, ma motivare. Non serve diventare atleti. Piccoli gesti quotidiani, come fare le scale o portare le borse della spesa, possono fare la differenza. 

Prendersi cura della propria forza fisica significa investire in un futuro più sano, attivo e autonomo.

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