09 Ottobre 2024
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Diabete di tipo 1: trapianto di staminali inverte la malattia

sabato 28 settembre 2024 ore 08:05

Per la prima volta nella storia, una donna con diabete di tipo 1 ha iniziato a produrre la propria insulina grazie a un trapianto di cellule staminali riprogrammate. L’innovativo intervento è stato realizzato da un team di ricercatori della Peking University di Pechino, aprendo nuove prospettive nel trattamento di una malattia che colpisce milioni di persone in tutto il mondo.

Il caso clinico che ha sorpreso il mondo

La protagonista di questa rivoluzionaria scoperta è una donna cinese di 25 anni, che ha ricevuto un trapianto di isole pancreatiche create a partire dalle proprie cellule staminali. In meno di tre mesi, il suo corpo ha iniziato a produrre insulina in autonomia, permettendole di abbandonare le iniezioni di insulina e di riprendere una vita normale. "Ora posso mangiare zucchero", ha dichiarato entusiasta in un'intervista con la rivista scientifica Nature. Dopo un anno dal trapianto, la giovane continua a mantenere livelli stabili di glucosio nel sangue, un risultato che ha sorpreso anche gli esperti del settore.

Una svolta nella cura del diabete di tipo 1

Il team guidato dal biologo cellulare Deng Hongkui ha utilizzato una tecnica avanzata di riprogrammazione cellulare, derivata dal lavoro pionieristico di Shinya Yamanaka, Premio Nobel per la Medicina nel 2012. Le cellule staminali pluripotenti indotte (iPS) sono state riportate a uno stato "neutro", da cui possono essere indirizzate per trasformarsi in qualsiasi tipo di cellula del corpo. Nel caso specifico, le cellule sono state sviluppate in isole pancreatiche, responsabili della produzione di insulina.

L'intervento, eseguito a giugno 2023, ha visto l'iniezione di circa 1,5 milioni di cellule nei muscoli addominali della paziente. Questo metodo innovativo ha permesso ai ricercatori di monitorare l’evoluzione delle cellule e di intervenire in caso di necessità, un vantaggio rispetto ai tradizionali trapianti di isole pancreatiche, solitamente iniettati nel fegato.

Un futuro promettente per la ricerca

I risultati di questo studio, pubblicati sulla rivista Cell, con il titolo "Transplantation of chemically induced pluripotent stem-cell-derived islets under abdominal anterior rectus sheath in a type 1 diabetes patient", rappresentano una pietra miliare nella lotta contro il diabete di tipo 1. "È straordinario", ha commentato James Shapiro, chirurgo dei trapianti presso l'Università di Alberta a Edmonton, Canada, "hanno completamente invertito il diabete nella paziente, che prima necessitava di dosi massicce di insulina". Tuttavia, gli esperti rimangono cauti. Come sottolineato da Jay Skyler, endocrinologo dell'Università di Miami, sarà fondamentale monitorare la produzione di insulina per almeno cinque anni, prima di considerare la paziente completamente guarita.

Le sfide rimangono, ma l'avanzamento è innegabile

Nonostante l'entusiasmo, ci sono ancora diverse questioni aperte. Uno dei principali problemi legati ai trapianti di isole pancreatiche è la necessità di farmaci immunosoppressori per evitare il rigetto dell’organo trapiantato. Nel caso della giovane paziente, questo aspetto non è stato valutato, poiché era già in trattamento con immunosoppressori a causa di un precedente trapianto di fegato. La speranza, tuttavia, è che in futuro si possano sviluppare cellule che possano eludere la risposta autoimmune, tipica del diabete di tipo 1.

Deng e il suo team stanno già lavorando per estendere la sperimentazione ad altri pazienti, con l'obiettivo di coinvolgere 10 o 20 persone nei prossimi mesi. I risultati sugli altri due partecipanti alla sperimentazione iniziale sono attesi per novembre.

Il diabete: un problema globale con soluzioni all'orizzonte

Il diabete, in particolare quello di tipo 1, colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Mentre il diabete di tipo 2 è caratterizzato da una ridotta produzione di insulina o dalla difficoltà del corpo nell'utilizzarla correttamente, il diabete di tipo 1 è una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario attacca le cellule del pancreas.

Sebbene i trapianti di isole pancreatiche siano considerati una cura potenziale, la scarsità di donatori e la necessità di farmaci immunosoppressori rappresentano ancora ostacoli significativi. Le cellule staminali, però, offrono una risorsa praticamente illimitata e potrebbero risolvere queste problematiche, riducendo il bisogno di donatori e, possibilmente, anche quello dei farmaci per prevenire il rigetto.

Riflessioni conclusive

Questa sperimentazione pionieristica apre la strada a nuove speranze per milioni di persone che convivono con il diabete di tipo 1. Sebbene ci siano ancora molte sfide da affrontare, i risultati ottenuti finora dimostrano il potenziale straordinario delle cellule staminali riprogrammate nel trattamento di malattie croniche come il diabete. Il futuro della medicina rigenerativa sembra sempre più luminoso e, forse, un giorno potremo parlare di una cura definitiva per il diabete.

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