Una citta ipertecnologica che emerge da un tablet, tenuto a modi vassoio da una mano

Il progresso ben venga, ma a rischio zero per la salute

LETTERA APERTA DEL DOTT. SALVATORE SISINNI 
Specialista in Malattie Nervose e Mentali
Primario ospedaliero di Psichiatria

È proprio vero: l’uomo, spesso, vuole farsi del male con le sue stesse mani. Per ottenere qualche vantaggio, trascura oppure sottovaluta gli svantaggi che possono derivarne. E un tale comportamento non è giustificabile, specialmente quando si rischia di nuocere alla propria salute, il bene più prezioso che si possa possedere, come del resto tutti sanno. Mi riferisco alla nuova tecnologia 5G, alle nuove antenne che servono a collegare ad alta velocità oggetti e persone in un’unica rete. Se ben comprendo, non sono un tecnico delle telecomunicazioni, dovrebbero migliorare, potenziare, velocizzare prestazioni che già ora i cellulari, i computer danno.

Le prestazioni - fin troppe! - che i moderni sofisticati strumenti per comunicare non ci bastano, non ci soddisfano più. Ne vogliamo altri. Per ottenerle, ovviamente, c’è bisogno di installare altre antenne nelle città, sulle case, sui palazzi, nelle vicinanze di asili, scuole, case di riposo per anziani disabili, case di cura e ospedali. C’è già tanto inquinamento chimico dovuto allo smog, alle polveri sottili, dai fumi che escono notte e giorno dalle ciminiere delle industrie, dai tubi di scappamento dei numerosissimi veicoli in circolazione sulle strade. Ne dobbiamo creare un altro, quello elettromagnetico? Eppure gli esperti, periodicamente, avvertono che i cellulari fanno male se usati a lungo e impropriamente, come fa male anche l’uso prolungato del computer, se non si osservano determinate precauzioni.

C’è, addirittura, tra gli scienziati, chi asserisce che tra l’uso o abuso del cellulare e alcuni tumori del cervello ci sia una sorta di rapporto di causa ed effetto. Ma, al di là di questo effetto che, se appurato, sarebbe davvero catastrofico, gli psicologi dell’età evolutiva e i pedagogisti sconsigliano l’uso del cellulare da parte dei bambini, che a dir la verità, non ne avrebbero alcun bisogno, a differenza degli adulti che spesso lo usano come mezzo di lavoro quotidiano. Disturberebbero, modificherebbero i tempi e i modi dell’apprendimento.

Mauro Barberis, autore del libro “L’era della disinformazione, come si diffondono le false credenze”, pubblicato dalla Casa editrice Franco Angeli, in un’intervista ad un quotidiano del 27 gennaio 2020, testualmente ha detto: “Agli inizi si pensava che Internet avrebbe allargato le nostre conoscenze, oggi invece le sostituisce: che bisogno c’è di leggere libri e giornali, quando possiamo accedere a qualsiasi informazione tramite un click? Il problema è che in rete è tutto uguale, non si distingue reale da virtuale, verità dalla menzogna”. E le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: le librerie, anche quelle storiche, chiudono, come chiudono le edicole.

Sabato 25 gennaio 2020, a Lecce, a Porta Napoli, c’è stata una grande adunata per manifestare contro la tecnologia 5G, organizzata da “Isde Medici per l’ambiente”, alla quale hanno dato la loro adesione ben nove associazioni, tra le quali “Lecce cavo”, la Fimp (Federazione Italiana Medici Pediatri), le associazioni dei consumatori Codacons e Codici. La stessa manifestazione di protesta-denuncia, nello stesso giorno, si è tenuta in altre quaranta città italiane. Tante persone in ansia per la salute propria e soprattutto per quella dei propri figli, saranno prese in considerazione, saranno ascoltate? A Lecce, il sindaco Salvemini, alla guida di un’Amministrazione civica di centro-sinistra, lo farà?

Il progresso ben venga, sì, ma a rischio zero per la nostra salute!

 

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