Ortoressia nervosa la degenerazione della sana alimentazione
A cura della
Dott.ssa Giulia Miglietta
Psicologa - Psicoterapeuta ad orientamento psicodinamico socio-costruttivista
Taviano (Lecce)
Il termine Ortoressia deriva dalle parole greche “orthos”, che significa corretto, e “orexia” che significa appetito. Mentre il termine ortoressia significa letteralmente “corretto appetito”, “Ortoressia Nervosa” è un’espressione creata per indicare un possibile nuovo disturbo del comportamento alimentare il cui sintomo principale è rappresentato da un’ossessione patologica nei confronti del consumo di cibo ritenuto sano.
I segnali che ci possono far pensare ad una sindrome orteressica sono l’eccessivo rigore nel seguire una dieta restrittiva e spesso autoimposta; il pensiero pervasivo sull’oggetto cibo, dunque sui pasti e le conseguenze di ciò che si mangia; la penitenza che segue le trasgressioni alimentari; l’evitamento di tutti i contesti sociali caratterizzati dal consumo di cibo.
Da non confondere questa condizione con il più complesso disturbo rappresentato dall’Anoressia Nervosa: la principale differenza tra l’Ortoressia Nervosa e l’Anoressia Nervosa è che per un soggetto ortoressico l’obiettivo non è la restrizione calorica (QUANTITÀ), come avviene nel caso dell’Anoressia N., bensì la “purezza della dieta” (QUALITÀ). Tuttavia, nella condizione di Ortoressia N. le scelte alimentari possono essere così limitate, sia dal punto di vista della varietà che della quantità, da causare anche perdita di peso e malnutrizione, dunque essere una condizione predisponente all’Anoressia N.
A monte di tutto ciò va considerato lo scenario socio-culturale in cui siamo inseriti: la società ha aumentato l’enfasi sulla promozione di una dieta sana e un corretto stile di vita e, se da un lato questo focus è stato necessario per contrastare l’obesità, è probabile che abbia anche contribuito allo sviluppo di questo nuovo fenomeno, dove un determinato rapporto con il cibo trova senso e valore alla luce delle premesse di senso proprie di un dato momento storico-culturale.
Altro aspetto da considerare è il costrutto di immagine corporea, il quale rappresenta un concetto multiforme definibile come una concettualizzazione di percezioni, atteggiamenti, comportamenti ed emozioni. Le componenti di tale costrutto sono infatti rappresentate dalle percezioni ovvero dimensione e forma delle varie parti del corpo; dalle cognizioni, quindi pensieri, credenze riguardanti appunto il corpo; dalle emozioni, dunque dalle esperienze di soddisfazione o insoddisfazione associate alla propria immagine.
L’immagine corporea è dunque un costrutto determinato da fattori sociali e culturali. La preoccupazione per la propria immagine corporea e l’interiorizzazione di un dato ideale di bellezza sono fattori dominanti nei disturbi del comportamento alimentare; si è riscontrato infatti che coloro che mostrano tendenze ortoressiche presentano un’interiorizzazione di un ideale di magrezza, ansia per l’aspetto fisico, insoddisfazione riguardo l’immagine corporea. Va da se che tutto questo rappresenta un fattore di rischio significativo.
Appare quindi fondamentale riuscire a stabilire un rapporto sano con il proprio corpo, sicuramente orientato da uno stile di vita salutista ma equilibrato e soprattutto fondato sull’accettazione e valorizzazione del Sé.
Impara a piacere a te stesso. Quello che pensi tu di te stesso è molto più importante di quello che gli altri pensano di te.
(Seneca)