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INTOLLERANZA AL NICHEL

COME RICONOSCERLA E QUALI CIBI EVITARE

Il nichel è un metallo pesante appartenente al gruppo del ferro , così facilmente reperibile nell’ambiente da entrare in contatto con l’uomo con estrema frequenza.

Sempre più spesso si sente parlare di allergia e/o intolleranza al nichel, ciò proprio in virtù del fatto che questo microelemento si trova un po’ ovunque, anche nei cibi che mangiamo.

Partiamo da una domanda fondamentale: che differenza c’è tra allergia e intolleranza?
Parlando nella specifico di nichel, chi è allergico ha a che fare con una sintomatologia molto più evidente rispetto a chi è intollerante e deve, dunque, fare i conti con una aggressività maggiore nella manifestazione allergica. Non per questo però i sintomi da intolleranza sono meno fastidiosi o da sottovalutare.

L’allergia al nichel è soprattutto una reazione da contatto che si sviluppa, appunto, quando il nostro corpo viene a contatto con questo metallo presente in una marea di oggetti che utilizziamo ogni giorno.
L’intolleranza, invece, si manifesta dopo aver ingerito alimenti che contengono nichel e, a differenza dell’allergia, può essere temporanea: la si può, infatti, correggere con una dieta mirata che faccia recuperare la tolleranza verso alcuni alimenti.

Quali sono i sintomi dell’intolleranza al nichel?

Essi sono tanti e molto comuni. Vediamoli insieme:

  • stanchezza e malessere diffuso;
  • mal di testa;
  • gonfiore addominale;
  • aumento o perdita di peso;
  • nausea;
  • infiammazione della bocca e delle gengive;
  • problemi respiratori e tachicardia;
  • insonnia.

In presenza di uno o più sintomi sopraelencati è bene rivolgersi al proprio medico di base e, successivamente, prenotare una consulenza allergologica.
Per quanto concerne l’intolleranza al nichel, si prendono in considerazione due importanti test:

  1. Alcat test: è lo strumento più utilizzato per diagnosticare le intolleranze alimentari. Questo test è l’unico ad essere riconosciuto dalla FDA (Food and Drug Administration) americana e dalle CEE;
  2. Patch test: è un test che determina se una sostanza specifica causa un’infiammazione allergica della cute.

Ecco un elenco sommario  degli alimenti da evitare:

  • tutti quelli in scatola;
  • asparagi, funghi, cipolle ,spinaci, pomodori, legumi, lattuga, carote, cavoli, cavolfiori, crauti, carciofi;
  • piselli, lenticchie, fagioli;
  • farina integrale, farina di mais;
  • pere, prugne, uva passa;
  • nocciole, mandorle, arachidi;
  • tè, cacao;
  • margarina,  salsa di soia, lievito chimico;
  • aringhe, ostriche, gamberi, sogliole, sardine, sgombro.

Una precisazione: in caso di intolleranza accertata, le pietanze andrebbero cucinate in pentole di vetro, di terracotta o che comunque abbiano un rivestimento tale da non esserci tracce di nichel, metalli pesanti e PFOA. Inoltre, può essere utile preferire determinati tipi di cottura ad altri, per questo si consigliano: la cottura al vapore, a bagnomaria, al cartoccio e la lessatura.

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