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QUALE RIPRESA NEL POST LOCKDOWN?


LETTERA APERTA DEL DOTT. SALVATORE SISINNI

Specialista in Malattie Nervose e Mentali
Primario ospedaliero di Psichiatria

In questi giorni di confusione in merito alle disposizioni da adottare all’inizio della Fase 2 della pandemia/epidemia da Coronavirus si ventila l’ipotesi che le misure restrittive della libertà di movimento delle persone anziane venga ulteriormente prolungata. Perché per l’età sono più fragili e si portano appresso più patologie. Mi viene il dubbio, a questo punto, che nel gruppo dei consulenti tecnici, che forniscono le indicazioni ai politici (al Presidente del Consiglio Conte, ai vari Governatori delle Regioni) non ci sia lo psichiatra e nemmeno il geriatra. Si ha paura giustamente della polmonite “doppia” da Covid-19 e si trascurano le malattie dell’animo che la lunga eterna quarantena può comportare: ansia, insonnia, calo dell’umore, rallentamento dei processi cognitivi, affievolimento degli affetti, depressione (la più grave complicanza). Oltre ai danni fisici della ridotta o assente attività motoria sull’apparato muscolo-scheletrico, su quello digerente che devono curare i geriatri e i fisiatri. Ovviamente si propone l’attività motoria, non agonistica, sarebbe ridicolo, ma misurata, all’aria aperta, tenendo presente che è necessario usare la mascherina e mantenersi ad una certa distanza da persone che si dovessero incontrare sul percorso. Non credo che con questi accorgimenti sarebbero esposti a preoccupanti rischi di contagio. Circola la notizia - l’ho letta sulla “Gazzetta” del 20 aprile scorso - che il Governo in questa fase di “rinascita” o “ripartenza” - così la chiamano - possa prolungare il divieto di uscire da casa agli over 70, a differenza delle altre persone. Si sarebbe espressa in tal senso la Presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen. Se ciò si verificasse non si potrebbero ravvisare gli estremi d’incostituzionalità nell’eventuale decreto-legge emanato dal Governo? Sulle varie potenzialità delle persone anziane e anche quelle vecchie i consulenti dei nostri politici si aggiornino. Mi viene il dubbio che siano rimasti ai tempi del commediografo romano Publio Terenzio Afro che scriveva: “Senectus ipsa est morbus” (La vecchiaia è per sé stessa una malattia). Da allora sono passati oltre due millenni e la Medicina ha fatto passi da gigante. Mi piace, invece, citare quello che ha scritto Sergio Zavoli nel suo libro “La lunga vita”: “In Giappone la Costituzione dichiara che i vecchi devono essere amati e rispettati, essendo coloro che per molti anni hanno contribuito allo sviluppo della società”. Da noi, invece, c’è chi mira a togliere loro il diritto di voto, quando abbiano superato i 70anni di età. E Zavoli amaramente ha aggiunto: “Nei Paesi occidentali, al passare del tempo corrispondono una progressiva esclusione dalla vita produttiva e, di conseguenza, un’ineluttabile emarginazione. E, sempre su questo tema, Francesco Antonini, fondatore negli anni Sessanta della prima cattedra di Geriatria del mondo, così si esprimeva: “Riconoscere l’importante ruolo dei grandi vecchi è indispensabile alle nuove generazioni per poter costruire pensieri e atteggiamenti positivi nella consapevolezza di guardare non a una terra isolata, ma ad un orizzonte ampio e carico di speranza”.

Circa vent’anni fa, quando ancora non ero entrato nella terza età – i 65 anni – in un mio libro scrivevo: “La società dovrebbe accantonare il concetto secondo il quale i vecchi sono quelli per i quali si deve fare qualcosa e introdurre, invece, l’idea nuova, forse anche un po’ provocatoria, che con loro si possono e si devono fare molte cose”. Altro che fare con loro molte cose…, oggi, in occasione dell’epidemia Covid-19 li si vuole chiudere in casa, a doppia mandata, e a tempo indeterminato. Non è giusto, non è umano! Contro il pericolo di prolungare per i vecchi la clausura, nella fase 2 dell’epidemia ancora in atto ha levato la sua voce autorevole l’oncologo pugliese Francesco Schittulli, facendo notare che da un po’ di tempo c’è “la tendenza a considerare gli anziani ‘persone da rottamare’, come dimostrerebbe la proposta circolata mesi fa di togliere il diritto di voto agli over 70”. Si sono associati a questo grido di protesta altri medici non meno autorevoli: Filippo Boscia (Presidente Nazionale dei Medici Cattolici), Nicola Simonetti (giornalista e medico), Raffaele Numo (reumatologo e immunologo) - per citarne solo alcuni -. Se si arrivasse a tanto, si tornerebbe indietro di quasi un secolo, quando il Nazismo impersonato dal Fuhrer Adolf Hitler, eliminava brutalmente gli handicappati, considerandoli un peso per la società. O ancora prima, ai tempi di Plauto che, in un altro contesto, scriveva nel suo libro “Asinaria”: “Homo homini lupus” (L’uomo è un lupo per un altro uomo).

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