04 Dicembre 2024
Mamma misura la febbre, col termometro digitale, al proprio bambino

La febbre non è e non deve essere un problema

Dott. Alfredo Cappello


A cura del
Dott. Alfredo Cappello 

Medico chirurgo, Omeopata e specialista in Pediatria
Direttore della Parafarmacia Partigiani 

L'uomo è un animale omeotermo cioè mantiene costante la propria temperatura, grazie al meccanismo della termoregolazione.figura del cervello con indicate le parti come l'ipofisi e il Diencefalo
Nel diencefalo, sopra l’ipofisi, abbiamo una zona che è in contatto con il circolo sanguigno. Tramite questa zona, arrivano al sistema nervoso centrale delle informazioni sulla temperatura.

Se la temperatura è alta c’è una risposta periferica di vasodilatazione e sudorazione.
Se la temperatura è bassa c’è una risposta periferica di vasocostrizione e brividi.
Nella maggior parte dei casi la febbre è una risposta del sistema immunitario a molecole chiamate pirogeni.
Si distinguono pirogeni esogeni e endogeni:

  • pirogeni esogeni sono molecole che si ritrovano nei batteri e nei virus.
  • pirogeni endogeni sono invece tutte le citochine pro-infiammatorie prodotte dal nostro organismo

I pirogeni esogeni fanno aumentare la temperatura molto velocemente, ma in maniera fugace; quelli endogeni la fanno aumentare più lentamente ma tendono a mantenerla alta.

 


Indice

- Quando si parla di febbre?
- A cosa serve la febbre?
- Quale farmaco utilizzare come antipiretico
- La routine crea routine
- Ultime linee guida

sfondo rosso con sopra raffigurati globuli rossi e il virus

 

Quando si parla di febbre?

Si parla di “febbre” quando la temperatura ascellare supera 37,5 °C
Iperpiressia: se supera 41,5 °C
Ipotermia: se è inferiore a 35,5 °C
Normale 36,5-37,5 °C
La temperatura minima, si ha alle 05 di mattina (ipertono vagale)
La temperatura più alta, si ha alle 17 di pomeriggio (ipertono simpatico)

 

A cosa serve la febbre?

La febbre è un meccanismo difensivo che l’organismo attua in risposta a vari attacchi. È un fenomeno altamente conservato; la febbre “fa bene” perché:

  1. con la febbre migliorano i meccanismi immunitari (se arriva bambino con sepsi senza febbre, significa che non si sta difendendo adeguatamente, prognosi più infausta);
  2. con la febbre peggiorano le capacità riproduttive di virus e batteri.

 

Quale farmaco utilizzare come antipiretico

I farmaci che possono essere utilizzati sono ibuprofene e paracetamolo. Nessun altro è stato approvato nel paziente pediatrico:

  1. Sono uguali come anti-piretici e anti-dolorifici, ma il paracetamolo non è anti-infiammatorio.
  2. L’infiammazione va combattuta quando è causa della malattia (es: artrite reumatoide), ma non va combattuta quando è corollario della malattia. Infatti dare ibuprofene senza indicazione aumenta il rischio di molte complicanze, come l’empiema in caso di polmonite, di ascesso retro-tonsillare in faringite streptococcica, di fascite necrotizzante con varicella.
  3. Il paracetamolo è molto più maneggevole, si dà anche in gravidanza o al neonato (ricordiamoci che con neonato si intendono i primi 28 giorni di vita), addirittura si usa per la chiusura del dotto di Botallo.
  4. MAI dare aspirina ai bambini, per il rischio di sviluppare la sindrome di Reye (nefrotossicità ed epatotossicità acuta). Il meccanismo alla base di tale complicanza è dovuto al fatto che il virus porta fattori inibenti la detossificazione del farmaco. Le uniche due eccezioni sono: Malattia di Kawasaki e malattia reumatica acuta
  5. MAI dare il cortisone per febbre, se non a diagnosi avvenuta! E’ un buon stimolante dell’appetito, ma non si dà mai volentieri ai bambini, perché:
    •  è un pessimo antipiretico
    • è solo un “cosmetico” che può essere anche pericoloso perché può nascondere per un periodo di tempo variabile una patologia sottostante importante.

 

La routine crea routine

Attenzione a riconoscere una possibile causa più rara di febbre, può avere patologie importanti come:

  • Leishmania (il 50% dei cani ha la leishmania)
  • Bartonella (malattia del graffio del gatto)
  • Kawasaki: congiuntivite, cheilite, labbra arrossate, rush, febbre (se dura più di 10 gg, rischio del 10% di aneurisma coronarico, di cui il bambino muore o resta invalido tutta la vita). Va riconosciuta e trattata con Immunoglobuline.
  • Neoplasia
  • Artrite reumatoide
  • PFAPA (Periodic Fever, Aphtas, Fharingitis and cervical Adenopathies): febbre ricorrente ogni 28 giorni, gestita con una somministrazione sola di cortisone (Bentelan), che fa scendere subito la febbre. Dopo qualche anno passa senza lasciare residui.
  • Malaria: i globuli rossi vengono parassitati da Plasmodium. Il maggior rischio è legato a immigrati che tornano nel loro paese di origine (zone endemiche: Africa Subsahariana, sud e centro America, Cambogia) o direttamente per viaggi in aree endemiche.

 


Ultime linee guida

Ultimo aggiornamento delle linee guida per la gestione della febbre infantile:

farmaci per la febbre

  1. gli antipiretici si somministrano solo con febbre e associato malessere (OMS). Devono essere usati con coscienza perché riducono un’importante difesa dell’organismo (la febbre stessa) e non devono mai essere utilizzati prima di un evento che potrebbe provocarla (es: vaccino), anche perché diminuiscono la risposta anticorpale;
  2. i farmaci si somministrano per via orale;
  3. i farmaci non devono essere prescritti in combinazione;
  4. l’ibuprofene blocca il glutatione, che è il principale meccanismo di detossificazione epatica del paracetamolo;
  5. il preventivo impiego di paracetamolo o ibuprofene in soggetti sottoposti a vaccinazione non è consigliato;
  6. l’uso di paracetamolo o ibuprofene  per la prevenzione delle convulsioni, in corso di febbre, non deve essere raccomandato.

Il paracetamolo deve essere utilizzato con prudenza in bambini con epatopatia.
L’ibuprofene deve essere utilizzato con prudenza in gastroenterite acuta, interferisce con i meccanismi di perfusione renale prostaglandino-mediati, varicella ( incrementa il rischio di sovrainfezione di cute e tessuti molli), sindrome di Kawasaki in terapia con ASA ( rischio di ridurre l’efficacia del farmaco), polmonite (aumenta rischio empiema e pleurite)

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