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L'ALLATTAMENTO ARTIFICIALE

IL LATTE VACCINO COME SOSTITUTO DEL LATTE MATERNO

Quando non è possibile un adeguato allattamento al seno, occorre fare ricorso all’allattamento artificiale.

È il latte vaccino a sostituire al meglio quello materno, meno usati e più difficili da conservare sono, invece, il latte di asina e quello di capra.

È opportuno però ricordare che il latte vaccino, al suo stato naturale, è inadeguato per il lattante, questo a causa di vari fattori:

  • Ha un elevato contenuto di proteine, troppo per il neonato (35 g / lt anziché 9g), a causa della molta caseina presente e da proteine eterologhe, che possono scatenare intolleranze o allergie alimentari;
  • ha un contenuto di sali eccessivo (720 g/lt di ceneri anziché 210);
  • non ha una quantità di lattosio sufficiente al fabbisogno giornaliero del lattante;
  • non contiene a sufficienza Vitamina D, Ferro, Iodio, Rame e Cromo;
  • non ha sostanze immunodifensive.

L'evidente differenza col latte materno, rende necessario un trattamento mirato del latte vaccino prima dell’utilizzo, in particolare deve essere diluito con acqua bollita o oligominerale, così da ridurre il contenuto di sali e proteine.

Poiché “diluire” comporta una riduzione del valore calorico del latte, è necessaria l’aggiunta di principi integratori che saranno costituiti da un’associazione di malto-destrine (disponibili in commercio) o da mucillagini di riso o di orzo, per i primi tempi, e da farine diastasate e precotte per un periodo successivo.
In Italia, contrariamente a quanto avviene all’estero, si usa prevalentemente latte in polvere: questo prodotto offre maggiori garanzie in termini di sterilità ed è più facile da preparare.

Come distinguere i vari tipi di latte in polvere?

Una prima distinzione si attua in base al contenuto di grassi, per cui possiamo distinguere tra:

  • LATTE INTERO;
  • LATTE MEZZA CREMA;
  • LATTE TOTALMENTE SCREMATO.

In genere, per l’allattamento artificiale si utilizzano i mezza crema, mentre il latte totalmente scremato si usa in presenza di bambini immaturi o aventi scarsa tolleranza ai grassi. Proprio perché più tollerabile, inoltre, è raccomandato il latte acidificato, soprattutto nei bimbi con problematiche gastroenteriche.

Oggigiorno non si ricorre più al latte vaccino fresco, che è anche fortemente sconsigliato, ma si cerca di usare latte in polvere, preparato industrialmente, usando sì il latte vaccino ma cercando di avvicinarlo il più possibile al latte della donna.

Il più utilizzato nei primi mesi di vita del bambino è il latte cosiddetto “adattato”, la cui composizione segue le indicazioni dell’ESPGAN (società europea di gastroenterologia pediatrica e nutrizione); esso è ben tollerato e può essere usato dalla nascita allo svezzamento.

Successivamente, si usa il “latte di proseguimento”, la cui formulazione si avvicina di più al latte vaccino, dal quale si distingue per il contenuto in proteine ancora abbastanza basso, per la quota lipidica integrata con degli oli di origine vegetale e per un contenuto di Ferro e oligoelementi maggiore.

Nell’allattamento artificiale il numero di poppate non differisce rispetto all’allattamento al seno: è sempre importante rispettare le esigenze del lattante, oltre che garantirgli la giusta razione giornaliera e il soddisfacimento del suo fabbisogno calorico e proteico.

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